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A05. IL PRIMO POMPINO


di Janus
07.03.2025    |    109    |    13 9.0
"Antonella accolse in gola tutti gli schizzi di sperma caldissimo e viscido, fino a ritrovarsi la bocca piena… ebbe allora un attimo di smarrimento: cosa..."
Antonella trascorse il giorno seguente senza smettere un istante di rivivere, nei suoi pensieri, i momenti trascorsi a casa del giornalaio la precedente domenica. In ogni momento di solitudine si immaginò con la bigiotteria e i sandali, e provò a camminare sculettando. Di notte, nel letto, non poté evitare di masturbarsi ripensando all’odore del cazzo, alla sborrata ricevuta in faccia, al sapore dello sperma in bocca… dopo quell’esperienza, la sua libido era tutta concentrata sul sesso orale.

Si ritrovò così al martedì e, come promesso, qualche minuto prima delle 14.00 si fece trovare davanti alla residenza del giornalaio. Lui uscì puntuale e la salutò sorridente “Ciao Antonella, ben arrivata…”, ricambiato dal “Buon pomeriggio, signore…” di lei. La femminuccia, consapevole del suo ruolo di allieva, non aveva assolutamente il coraggio di rivolgersi al suo mentore in altro modo e, di conseguenza, non osava neppure chiedergli il nome.

Entrarono nell’appartamento, quindi l’uomo le fece “Dai… spalmati la crema luminosa, spruzzati il deodorante, poi metti bigiotteria e sandali come domenica scorsa; ti aspetto in salotto”. Antonella eseguì fedelmente quelle istruzioni, e dopo pochi minuti fu pronta. Uscì dalla camera degli ospiti e, sculettando nuda con disinvoltura su quei tacchi, raggiunse il giornalaio che l’attendeva seduto al centro del divano, in accappatoio.

Quando lei fu vicina, lui le fece “Cammina ancora, fai il giro del salotto… voglio vedere, da dietro, come muovi il culo…”. L’aspirante femminuccia obbedì, eccitata dal potersi esibire per lui, poi ritornò verso l’uomo. Soddisfatto dello spettacolo da lei offerto, lui mise a terra un cuscino come la volta precedente e la fece di nuovo inginocchiare. “Oggi, ragazzina, imparerai come si fa un pompino, o bocchino, come si dice dalle nostre parti…” le fu annunciato.

A quelle parole Antonella fu scossa da un fremito: sarebbe stata capace…? Non aveva mai succhiato un cazzo, l’aveva visto solo in fotografia… poi, quell’uomo ce l’aveva molto grosso: sarebbe entrato nella sua bocca? Forse gli avrebbe fatto male con i denti…! Il giornalaio capì i timori dell’allieva, e subito la tranquillizzò dicendole “Non preoccuparti… ti guiderò momento per momento, e vedrai che ti piacerà molto. Ora tiramelo fuori come ti ho insegnato…”.

A quelle parole lei si protese in avanti, appoggiò le braccia sulle cosce dell’uomo e, come aveva imparato, strusciò il viso sul suo inguine annusando l’odore del cazzo con profondi sospiri di desiderio. Poi gli slacciò lentamente la cintura dell’accappatoio e, aprendolo poco alla volta, strusciò con la bocca e annusò ancora il bel membro che stava mettendo a nudo… “Molto brava… sì, così… continua…” fece lui mentre lei apriva completamente l’accappatoio, ritrovandosi di fronte al viso quel bellissimo cazzo e quelle grosse palle che ormai conosceva… e desiderava!

L’uccello del giornalaio era ancora quasi del tutto floscio. Lui le spiegò pacato “Ecco, questa è la situazione che in genere troverai incontrando uomini: un cazzo ancora moscio, che dovrà diventare duro grazie alle tue mani e alla tua bocca…”. Antonella annuì, in attesa di sapere come proseguire; “Comincia strusciandovi ancora dolcemente il viso, poi usa la lingua… ma non le mani, per ora” si sentì dire; lei obbedì e, dopo aver gustato il calore di quel cazzo sulle guance, aprì la bocca ed iniziò ad usare la lingua…

L’allieva leccò con impegno prima lo scroto, picchiettando con la lingua quei grossi testicoli; poi l’asta, per tutta la lunghezza e su ogni lato… poi la cappella che cominciava a gonfiarsi in un principio di erezione. “Brava… sì, così… hai un cazzo tutto a tua disposizione… è ciò che più desideri: dimostra quanto ti piace, segui l’istinto…” fece lui. Lei non se lo fece ripetere e proseguì il lavoretto di bocca e lingua, trattenendosi dall’aiutarsi con le mani così come il suo mentore le aveva prescritto.

“Bene cara… bene… ora comincia ad usare anche una mano… prendi il cazzo delicatamente con le dita, poi impugnalo… giocaci, segalo molto lentamente… e continua a leccarlo tutto attorno, cappella e palle comprese…” la istruì ancora il giornalaio. Antonella eseguì alla lettera e, gustando il calore che quel cazzo stava trasmettendo alla sua mano, cominciò a masturbarlo con molta lentezza… quanto le piaceva, quel meraviglioso randello di carne viva!!

Inconsciamente, l’eccitazione rese la sua bocca più avida di sapore maschile; l’allieva si appagò riprendendo a baciare e leccare golosamente quel membro che, in risposta, si fece via via più grosso e duro. “Ora facciamo un passetto in più… guardandomi negli occhi, socchiudi le labbra e appoggiale sull’estremità della cappella… succhiala molto leggermente, toccandola con la lingua…” continuò lui. Antonella obbedì pronta, circondando con le labbra semiaperte la sola punta del glande e spingendovi contro la lingua a più riprese, mentre la sua mano proseguiva in una lenta sega.

“Hmmm… sì, così, hai capito perfettamente… brava, puttanella… impari davvero in fretta… farai impazzire gli uomini, vedrai…” fece lui. Alle parole dell’uomo la giovane si sentì tutta orgogliosa, e continuò a compiacerlo. “Ora, continuando a segarmi lentamente, comincia a muovere pian piano la testa avanti ed indietro… ogni volta che torni con la testa verso il cazzo, apri le labbra un po’ di più e lascia che la cappella ti entri sempre di più in bocca… finché non sarà tutta dentro… ma fai attenzione: non voglio sentire i tuoi denti, capito…?”.

Antonella iniziò il nuovo “esercizio”, pur con un po’ di timore: quella cappella era molto grossa… le sarebbe entrata davvero in bocca?? Provò volenterosa, cominciando a dischiudere progressivamente le labbra come il giornalaio le aveva detto e provando, ad ogni movimento in avanti della testa, ad avvolgere un po’ di glande in più… ad un certo punto, però, le sembrò davvero impossibile prendere tutta quella lucida carne e si fermò sconfortata.

“Calma… non avere fretta…” le fece il mentore; “Vedi, devi imparare a rilassare completamente la bocca… se rilasserai tutti i muscoli, riuscirai ad aprirla di più…”. La femminuccia meditò un istante poi, senza lasciare la presa sul cazzo, provò ad abbandonare ogni controllo sui muscoli della mascella. Sì, sì… effettivamente a quel modo poteva aprire la bocca un po’ di più!! Riprese l’avanti ed indietro con la testa e finalmente, con immensa soddisfazione, riuscì ad accogliere tutta la cappella del giornalaio.

Stando bene attenta a non usare i denti, Antonella si godette per qualche istante quella ingombrante ma gustosa presenza nella sua bocca poi, d’istinto, la lasciò uscire per ripetere l’esercizio. Il mentore osservava attento i progressi dell’allieva, incoraggiandola dolcemente: “Brava, brava la mia puttanella… ci sai proprio fare… chissà quanti cazzi farai godere, in futuro…”. Lei ripeté l’esercizietto, poi lui le fece “Ora continua allo stesso modo, ma ogni volta prova ad infilarti in bocca un po’ più di cazzo… col tempo, dovrai imparare a prenderlo tutto, fino alle palle!”

E di nuovo l’allieva volenterosa cercò di fare del suo meglio per compiacere il mentore… ormai aveva capito bene cosa si aspettava da lei, e decise che non doveva deluderlo. Rilassando nuovamente i muscoli del viso, riprese il pompino, e pian piano riuscì a far entrare in bocca qualche altro centimetro di quel grosso e lungo cazzo. Poi, avvertì qualcosa di inaspettato: quella lunga presenza le arrivava in gola e, con sua sorpresa, le provocava dei conati di vomito!!

Il giornalaio la guardò quasi divertito dalla sua aria smarrita, ma la rassicurò subito dicendole “Tranquilla, tranquilla ragazzina… è del tutto normale. Con la pratica, riuscirai a superare anche l’impulso al vomito che il cazzo in gola può provocare…”. Antonella, a quelle parole, si sentì rincuorata e, cercando di dominare per quanto possibile quei conati, riprese ad esercitarsi nel primo pompino della sua vita. Ad un certo punto sentì l’uomo dire “Sei davvero una brava allieva… quello che stai facendo adesso è la parte essenziale, ma un bocchino completo deve comprendere tutte le azioni che oggi ti ho insegnato, dall’inizio…”.

“Ripassiamo insieme ciò che hai fatto finora: hai odorato il cazzo e le palle; ci hai strusciato le labbra e le guance; hai leccato le palle, l’asta e la cappella; hai preso il cazzo in mano e l’hai segato lentamente; hai appoggiato le labbra socchiuse sulla cappella e l’hai picchiettata con la lingua; hai mosso la testa avanti ed indietro aprendo pian piano le labbra, fino a prendere tutta la cappella in bocca; infine, oltre alla cappella, hai accolto in gola anche un po’ di cazzo… ecco, tutto quello che hai fatto ora devi rifarlo, nell’ordine che vuoi, sia con le mani che senza!”

Antonella si era rimessa d’istinto composta, inginocchiata sul cuscino con la schiena dritta e le mani sulle cosce, ed era stata a sentire il riassunto del suo mentore impercettibilmente scossa dall’emozione. Comprese che ora doveva dare il meglio di sé, mettendo insieme tutto ciò che aveva imparato a fare nell’ultima mezzora… e con la ferma volontà di soddisfare quell’uomo, che la stava aiutando così tanto a diventare una brava “femmina”. Lui poi aggiunse “Ora riprendi, e non fermarti finché non mi avrai fatto sborrare… fai tutto da sola… improvvisa… io non ti dirò più nulla…”.

Antonella prese il coraggio a due mani; dopo un istantaneo ripasso mentale degli insegnamenti ricevuti, pensò che forse era meglio abbandonarsi al suo istinto di femmina vogliosa… e così fece. Appoggiò di nuovo le braccia sulle gambe dell’uomo e ricominciò il pompino leccandogli avidamente le palle, poi con la lingua risalì l’asta ormai quasi eretta fino alla cappella, quindi tornò giù fino alla radice per risalire ancora l’asta sull’altro lato, soffermandosi a picchiettare con la punta della lingua filetto e prepuzio come aveva visto in qualche giornale porno.

Afferrò quindi quel bel cazzo con la mano e, masturbandolo lentamente, portò la bocca sulla cappella gonfia e lucida… le dedicò quindi senza sosta le attenzioni che aveva imparato, prendendola sempre di più fino ad accoglierla tutta quanta. Non si fermò, e continuò col proposito di prendere in bocca ancora più cazzo… poi, sentendosi stanca per la continua apertura, la riposò tornando a leccare: sì, aveva capito che doveva alternare le diverse prestazioni, in modo da ridurre la stanchezza e dosare le energie fino a dare piacere al maschio!!

Ormai sicura di sé, Antonella proseguì con devozione il pompino. Ora guardava ammirata quel bel cazzone, ora guardava negli occhi quell’uomo che si godeva il suo servizietto compiaciuto. La femminuccia ripeté i diversi atti più volte, e senza che se ne rendesse conto, prese anche a sculettare come una cagnetta in calore… finché il respiro corto e affannoso del suo maestro le fece capire che doveva essere prossimo all’orgasmo… allora continuò il su e giù della testa con più energia, masturbando più velocemente quel cazzo e serrandone golosa la cappella in bocca…

Dopo forse mezzo minuto, con un lungo gemito di piacere, il giornalaio finalmente sborrò. Antonella accolse in gola tutti gli schizzi di sperma caldissimo e viscido, fino a ritrovarsi la bocca piena… ebbe allora un attimo di smarrimento: cosa avrebbe dovuto fare? Poi d’istinto alzò la testa, inghiottì tutto ciò che aveva in bocca, e tornò a leccarne avidamente ogni rivolo che ancora bagnava quel cazzo… infine, si riportò tra le labbra la punta della cappella per suggerne le ultime gocce…

Stanca ma felicissima del suo primo bocchino, lei abbandonò la testa sull’inguine del giornalaio, tenendo ancora il suo cazzo in mano… qualche secondo, poi lui le disse “Brava davvero, Antonella… per essere il tuo primo pompino, sei promossa a pieni voti… ma tra poco devo aprire l’edicola… svelta per favore, rivestiti che dobbiamo andare”. Lei obbedì prontamente: in pochi istanti si tolse bigiotteria e sandali, si rivestì e fu pronta. Uscirono insieme e lei tornò a casa, al settimo cielo e col gusto dello sperma ancora in bocca.
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